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Cum Grano Salis

Riflessioni di una Contabile su temi Economici e Finanziari di MONICA VITALI

CHE RAPPORTO HAI CON IL CONDIZIONATORE?

Rapporto con il condizionatore
E così alla fine anche io ho ceduto all’installazione del condizionatore all’interno delle mura domestiche. In realtà l’ho fatto per poter usufruire del bonus mobili bonus mobili, visto 5.000€ ripresi in 10 anni (più il 50% della spesa del condizionatore) erano un bottino troppo ghiotto per lasciarlo sul tavolo.

 

Fra le varie tipologie di lavori che permettevano di ottenere il bonus mobili l’acquisto del condizionatore a pompa di calore era quello che veniva maggiormente incontro alle nostre esigenze, quindi abbiamo optato per questa soluzione.

 

Oltretutto lavoro in un’azienda che i condizionatori li vende, e che per l’installazione mi ha assegnato la “Ferrari” degli installatori, ovvero quello così bravo e scrupoloso che devi essere raccomandato per averlo, quindi perché non usufruire di questo vantaggio?

 

Eppure ho aspettato tanto a installare il condizionatore perché credo che sia una delle principali cause di separazione in Italia, dopo il tubetto del dentifricio lasciato aperto.

 

Questo perché normalmente le donne sono più freddolose degli uomini e meno propense ad accenderlo, soprattutto quando è posizionato in camera da letto sopra la loro testa, e preferiscono trasformare la camera da letto in una sauna finlandese piuttosto che alzarsi con il torcicollo.

 

Sì perché il problema di dove posizionare il condizionatore non è cosa da poco. C’è il rischio di rinunciare ad accenderlo in camera da letto per non litigare con il coniuge a causa del troppo rumore o delle ventole che puntano contro, vanificando di fatto la spesa per l’acquisto.

 

Eppure nell’automobile il condizionatore è stato definitivamente sdoganato, tanto che i ricordi di quando programmavi la partenza per le ferie o la gita domenicale in montagna alle 6 del mattino per poter viaggiare al fresco sono un lontano ricordo. Tanto lontano che mio figlio di 10 anni si infastidisce ogni volta che tento di abbassare il finestrino in auto nelle giornate primaverili per sentire ancora l’ebrezza del vento sulla pelle: per lui è inconcepibile!

 

Anche in ufficio il condizionatore si dà per scontato che ci debba essere, malgrado i mugugni fra chi vorrebbe il condizionatore acceso anche a dicembre e chi invece fa boccheggiare i colleghi persino ad agosto tanto che quando va in ferie tutto l’ufficio fa la ola.

 

Invece a casa nostra siamo ancora titubanti.

 

Correva ormai il lontano 2003, anno del caldo record, quando abbiamo iniziato ad interessarci all’acquisto degli split, dopo che i classici pinguini con il tubo che non sapevamo mai dove infilare erano andati tutti esauriti e pur di non liquefarci abbiamo iniziato ad acquistare i più costosi ma più performanti condizionatori a parete. Quell’anno il mercato della climatizzazione in Italia sfiorò i 2 milioni di pezzi venduti e si pensò che il prodotto si fosse affermato in modo definitivo nella testa dei consumatori.

 

Invece gli anni successivi hanno ridimensionato repentinamente i numeri, complici la crisi economica e una serie di stagioni con temperature al di sotto della media. Da allora il trend è stato sempre altalenante, con alti e bassi in base alle annate più o meno calde, ma piano piano sta entrando nel pensiero comune il fatto che anche l’abitazione debba essere climatizzata. Ora nelle nuove abitazioni ci sono già le predisposizioni per l’installazione così come prosperano le app che comandano gli apparecchi da remoto (che tra l’altro si possono installare anche sui condizionatori vecchi).

 

Però stentiamo ancora. Nel nostro paese c’è ancora una scarsa cultura del clima in ambito residenziale, mentre la temperatura dovrebbe essere la stessa che viene pretesa nell’ambiente di lavoro e in auto. Si compra ancora d’impulso e si compra ancora troppo il condizionatore portatile che rimane a presidiare una fetta di mercato inviolabile.

 

Perchè?

 

 Forse per non litigare con il compagno, fino a quando non ci si accorge che si litiga di più nel negoziare i centimetri che deve rimanere aperta la finestra o nella fragranza che deve avere l’antizanzare, oppure per non deturpare gli immobili che fra parabole Sky e unità esterne dei condizionatori sono diventati di un brutto inguardabile, con buona pace di Vittorio Sgarbi. Ma anche perché siamo affezionati alla vecchia e rassicurante caldaia e ancora non percepiamo il notevole risparmio economico che avremmo nell’accendere nelle stagioni intermedie la pompa di calore anziché il riscaldamento.

 

E pensare che nella casa domotica del futuro ci sarà il nostro “maggiordomo del benessere termoigrometrico” che quando entreremo in casa ci accoglierà con la temperatura per noi ottimale che non dovremo neanche programmare perché lui, che conoscerà le nostre abitudini, avrà già monitorato tutti i nostri spostamenti nel corso della giornata e saprà già che quando torniamo dal mare vogliamo una certa temperatura e quando torniamo dall’ufficio ne vogliamo un’altra. E non ci farà litigare con il nostro compagno o la nostra compagna perché climatizzerà o riscalderà l’ambiente in maniera discreta e personalizzata in base ai gusti e alle esigenze di ogni membro della famiglia, cane compreso.

 

Quando tutto ciò sarà a regime speriamo che non ci siano estati troppo calde perché poi va a finire che staremo tutti rintanati in casa e per vedere i nostri amici dovremo collegare uno schermo al nostro condizionatore ripensando con orrore ai tempi in cui andavamo in spiaggia con 40 gradi e per trovare un po’ di sollievo dovevamo tuffarci in acqua.

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