Una tendenza che nell’ultimo anno e mezzo ha subito una forte accelerazione è stata l’uscita della stanza da bagno dall’interno delle mura di casa.
No, non siamo ritornati a uscire nel cuore della notte per fare la pipì come facevano i nostri genitori o i nostri nonni, sto parlando della normalità di vedere al di fuori dell’abitazione docce e lavabi connessi a piscine domestiche, o vasche e lavandini con linee, colori e materiali che potrebbero benissimo stare all’interno dell’abitazione.
DENTRO O FUORI?
Dopo mesi di smartworking e di lockdown passati all’interno delle quattro mura c’è venuta più voglia di stare all’aperto. E’ un ritorno alla “casa mediterranea” che per sua natura non è delimitata dalle quattro mura domestiche ma si estende all’esterno integrandosi con l’ambiente circostante, stabilendo un’armonia fra il paesaggio, la casa e i suoi abitanti.
Cadono così gli schemi convenzionali fra dentro e fuori e anche la doccia diventa naturale farla all’aria aperta. Dimentichiamoci il tubo di gomma dove darsi una sciacquata con l’acqua fredda perché le nuove soluzioni propongono particolari strutture a telaio dei pannelli che, combinati fra loro attraverso un giunto, consentono la creazione di infinite possibilità compositive.
VOGLIA DI PISCINA
La voglia di entrare di un contatto con l’acqua si estende anche alla piscina. In Italia il mercato delle piscine private ha superato nel 2020 il miliardo di euro in valore e presenta anche per il 2021 interessanti indici in crescita.
Basta uno specchio d’acqua, sul terrazzo, nel giardino, nel prato, o anche una piccola rettangolare “striscia” d’acqua dove installare strumenti per la ginnastica. Sino ad arrivare alla piscina che mantiene in forma più di qualsiasi altro esercizio: quella con il nuoto controcorrente che ora è installabile anche in minipiscine con intensità graduabile.
La voglia di piscina ha preso così tanto piede che è nata anche una piattaforma europea per il noleggio di pool private che permette ai proprietari di offrire e mettere a reddito il proprio spazio. La piattaforma si chiama Swimmy, ha circa 3.000 hosts a fronte di 110.000 richieste. Ma il mercato potenziale è molto più vasto. Si stima che le piscine private in Italia siano 400.000
IL BAGNO E’ UN LUOGO PRIVATO?
Storicamente il bagno era un luogo di collettività e socialità. Basta pensare alle terme romane. Durante l’epoca romana sia il gabinetto che i bagni pubblici erano vissuti come luogo pubblico di socializzazione, dove avvenivano scambi culturali e mercantili. La pratica di fare un bel bagno all’aperto era un’usanza che la cultura occidentale aveva perso.
Nell’evoluzione della cultura del bagno c’è stato un momento in cui le sue funzioni sono state sempre più ridotte, limitate e nascoste. La collocazione all’esterno era dettata da motivi igienici, in quanto non c’erano le conoscenze tecniche per la costruzione di scarichi e fognature. Si diffuse inoltre l‘errata percezione che lavarsi troppo causasse infezioni di vario tipo.
In seguito tornò a riaffermarsi l’igiene personale con la conseguente rinascita dei bagni che tornarono all’interno di ogni abitazione . A quel punto furono eliminate molte malattie assai diffuse a causa delle precarie condizioni igieniche.
Oggi invece il ritorno all’esterno della stanza da bagno è solo in parte legato alle condizioni igieniche dettate dalla pandemia. Piuttosto è il segnale che la sala da bagno sta riacquistando quel ruolo che aveva avuto in passato di aggregazione per un nuovo stile di vita legato alla natura e all’ambiente.
Forse ti può interessare anche:
ABITUIAMOCI AL TASSO DI RISCHIO PANDEMICO
LIBERARSI DI UN IMMOBILE EREDITATO