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Cum Grano Salis

Riflessioni di una Contabile su temi Economici e Finanziari di MONICA VITALI

LA NASCITA DELLA SCRITTURA E LA PARTITA DOPPIA

La nascita della scrittura e la partita doppia

 

Quando è nata la scrittura e perché? Cosa c’entra la nascita della scrittura con la partita doppia?

C’è un filo conduttore che lega questi due eventi: la necessità dell’uomo sin dalla notte dei tempi di “contare” per organizzare meglio la propria vita sociale e il commercio.

La contabilità ha una storia che si intreccia con quella dell’umanità.  Capire come è nata e come è stata utilizzata sin dall’antico Sapiens permette di apprezzarne la bellezza che risiede nella sua razionalità.

 

QUANDO NASCE LA SCRITTURA

La prima comparsa della scrittura coincide quasi perfettamente con il momento in cui 5.000 anni fa le prime città della Mesopotamia divennero più complesse, tanto da iniziare ad essere considerate dei veri e propri Stati.

Questi Stati per poter funzionare avevano bisogno di risorse da destinare ai costi comuni, che venivano prelevati attraverso le tasse.

Migliaia di coltivatori, artigiani e commerciati dovevano trasformarsi in sudditi e ciascuno doveva dare il proprio contributo, sotto forma di lavoro e di denaro.

Nacque così l’esigenza da parte dello Stato di contare, tassare e sottoporre a controllo i propri cittadini.

La memoria umana non poteva bastare per gestire la complessità crescente. Bisognava trovare un modo per segnare tutto quello che serviva per gestire il nuovo Stato.

Le prime forme si scrittura servivano unicamente a questo scopo. Si può dire che all’inizio della sua comparsa la scrittura è stata esclusivamente una forma di registrazione contabile. Soltanto centinaia di anni dopo nacque la letteratura. All’inizio la scrittura era formata unicamente da documenti economici, registrazioni di pagamenti, conteggi di debiti e certificazioni di proprietà.

 

GLI ANTICHI E LA TENUTA DEI CONTI

Sin dai tempi della dinastia di Ur nel terzo millennio a.C. i conti erano tenuti a sezioni sovrapposte (poste positive verso poste negative) e sottoposti ad una sorta di “revisione” per riscontrare l’esattezza dei conteggi.

Nell’antico Egitto la crescente complessità della struttura di Governo portò al bisogno di perfezionare continuamente le scritture contabili sino a redigere documenti simili ai moderni bilanci di previsione e consuntivi.

Nel 2000 a.C. i Fenici avevano ideato un ordinamento amministrativo e computistico con archivi simili all’attuale Camera di Commercio.

Le antiche civiltà, come quella indiana, nel 300 a.C. avevano sistemi di contabilità pubblica così sviluppati che alcuni studiosi ritengono che già all’epoca fosse in uso il sistema della partita doppia.

  

FRA LUCA PACIOLI E LA NASCITA DELLA PARTITA DOPPIA

Ma l’interpretazione prevalente fa risalire la nascita della partita doppia nel 1494 a Fra Luca Pacioli, che è considerato il vero fondatore della ragioneria.

Anche se il metodo della partita doppia esisteva da prima, il Pacioli fu il primo a rendere coerente questo metodo contabile attraverso il suo “Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proportionalità ‘ e ne fece una disciplina organica. Per la prima volta venne codificato, in maniera chiara ed univoca, un sistema di gestione contabile e fruibile per una vasta platea.

Può stupire che il primo libro pubblicato sui conti e il capitale venne scritto da un frate francescano. Il Pacioli sapeva bene che la motivazione del profitto era l’elemento critico del successo negli affari e conosceva a fondo i comportamenti riprovevoli di tanti uomini d’affari. Molti commercianti tenevano due libri dei conti, uno da mostrare ai compratori e l’altro ai venditori. Una specie di contabilità in nero ante litteram.

Il Pacioli può essere considerato un educatore nell’abito della scienza economica applicata all’attività mercantile. I numerosi richiami di carattere etico presenti nella suo opera sono la prova della consapevolezza che aveva dell’importanza dei principi morali richiesti ai mercanti e ai loro contabili, senza i quali la professionalità sarebbe venuta meno.

 

PARTITA DOPPIA E PARTITA SEMPLICE

La grande innovazione della partita doppia a sezioni contrapposte era quella di registrare ogni movimento su due serie di conti per il medesimo importo. In questo modo si registravano le due nature di ogni movimento: economica (costi e ricavi) e finanziaria (entrate e uscite). Lo scopo finale era quello di determinare il reddito di un periodo amministrativo e i movimenti monetari-finanziari della gestione.

La partita doppia permette di evidenziare immediatamente eventuali errori e squilibri in quanto la somma di una sezione deve essere necessariamente uguale a quella dell’altra. Per Pacioli doveva essere una “Bussola morale, il cui uso dimostrava la rettitudine di coloro che la usavano”

L’alternativa alla partita doppia è la partita semplice. Con la partita semplice i fatti di gestione vengono rilevati solo nell’aspetto finanziario, ovvero si registrano solo le entrate e le uscite di cassa nel momento in cui si verificano, trascurando la riclassificazione dei valori sotto il profilo reddituale.

 

LE AZIENDE DI EROGAZIONE

Anche se la partita doppia per la sua praticità e per la possibilità di controllare gli errori ha sostituito la partita semplice, quest’ultima continua ad essere utilizzata in diversi casi come nei rendiconti condominiali, nelle amministrazioni locali e nel bilancio familiare. Sono quelle che vengono definite dall’economia aziendale Aziende di erogazione perché non hanno come scopo il profitto ma il soddisfacimento dei bisogni dei propri membri.  Tale scopo è raggiungibile tramite l’equilibrio finanziario, pertanto si ritiene superfluo aggiungere complessità valutando anche l’aspetto economico.

Purtroppo c’è la convinzione diffusa che tutto ciò che non rientra nel regno oscuro della partita doppia non abbia niente a che fare con la contabilità. In realtà ogni volta che nasce l’esigenza di contare e di misurare qualcosa si utilizza un sistema contabile. Se dalla notte dei tempi l’uomo ha sentito il bisogno di fissare i numeri significa che ciò rientra nella natura umana. Un po’ più di educazione contabile oltre che finanziaria aiuterebbe molte persone ad avere più consapevolezza della propria capacità di spesa e di come misurarla.

 

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