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Cum Grano Salis

Riflessioni di una Contabile su temi Economici e Finanziari di MONICA VITALI

LA CHIESA, LA CONTABILITA’ E LA PARTITA DOPPIA

La Chiesa, la contabilità e la partita doppia
Forse non tutti sanno che la partita doppia è stata inventata da un Frate, Frà Luca Pacioli (1445-1517) da Borgo San Sepolcro (AR), che, oltre ad essere un religioso, fu anche un grande matematico italiano.
Nel 1494 a Venezia scrisse una vera e propria enciclopedia matematica, la “Summa di arithmetica, geometrica, proportione et proportionalita”. Uno dei capitoli della Summa è in pratica l’invenzione della così detta “partita doppia”, cioè di quel metodo di scrittura contabile consistente nel registrare le operazioni aziendali simultaneamente in due serie di conti.
 
A differenza della partita semplice, che prevede una serie di voci sotto le quali viene annotato di volta in volta una nuova operazione, senza alcun collegamento tra una voce e l’altra e quindi senza nessuna possibilità di controllo incrociato, con la partita doppia i  fatti amministrativi vengono osservati sotto due aspetti: l’aspetto monetario-finanziario e l’aspetto economico.
La vendita di un bene, ad esempio, comporta per l’azienda il contemporaneo sorgere da un parte di un credito/incasso (dare) e dall’altra di un ricavo  (avere) e pertanto la scrittura contabile eseguita con il metodo della partita doppia deve registrare entrambi gli aspetti per un valore uguale. Senza dubbio il metodo della Partita Doppia è nato come strumento per evitare il problema degli errori. I ragionieri medievali erano oppressi dalla facilità con cui commettevano errori di registrazione e dalla mancanza di ogni mezzo di controllo. L’idea geniale fu quella di usare questa doppia registrazione e poi usare l’uguaglianza dare = avere come mezzo di verifica e di correzione degli errori.
 
Ma per quale motivo un frate era così interessato alla partita doppia? Perché voleva trovare un modo per rendere scientifico il  trattar danari“. “Chi non sa per ragion de numeri debitamente computare dagli altri bruti non e’ differente”, cioe’ chi non sa usare la matematica non si distingue dalle bestie. Scoprire le ragioni matematiche di qualsiasi fenomeno naturale non e’ altro che rendere omaggio alla potenza di Dio. Per la gioia dei contabili.
 
Nel tempo l’aspetto contabile è diventato così importante che nel 1967 la Chiesa ha istituito la Prefettura degli Affari economici della Santa Sede. Tale organo, formato da un collegio di cardinali, esamina i bilanci consuntivi e preventivi delle amministrazioni che dipendono dalla Santa Sede, controlla le scritture contabili  e i relativi documenti, redige il preventivo ed il bilancio consolidato della Santa Sede.
L’istituzione di un organo dedicato agli affari economici che redige un bilancio consolidato fa pensare che di strada da Fra Luca Pacioli ne è stata fatta parecchia in tema di “trattar denari”!
Analizzando il bilancio consolidato del 2012, è interessante constatare che uno dei capitoli di spesa più significativi è stato quello relativo al costo del personale, mentre il risultato della gestione dell’anno 2012 è stato positivo soprattutto grazie al buon rendimento della gestione finanziaria.
Evidentemente la Chiesa ha gli stessi problemi e le stesse dinamiche economiche delle aziende orientate al profitto. Dopotutto sono state queste ultime ad avere copiato i religiosi e non viceversa.
 
Arrivando ai giorni nostri il nuovo Papa “venuto da lontano” ha dimostrato di avere le idee molto chiare sulla partita doppia. Il conto da cui attinge l’Elemosineria per fare beneficienza, dove confluiscono le offerte e il ricavato delle vendite delle pergamene con le benedizioni papali, secondo il papa, “è buono solo quando è vuoto”, quindi quando il dare è uguale all’avere. Per Papa Francesco l’elemosina deve costare a chi la fa: ognuno deve sforzarsi al massimo secondo le proprie possibilità. E’ così, ma solo così, che chi fa l’elemosina finisce per arricchirsi, in base ad una logica che è estranea alla partita doppia, dove il ritorno in termini di appagamento personale è molto superiore all’esborso economico. 
 
Con Papa Francesco la Chiesa per la prima volta ha fornito ampia collaborazione alle autorità italiane nelle indagini sui conti delle IOR, la cui gestione “allegra” da parte di alcuni alti prelati aveva poco a che fare con il divino.
E questo la dice lunga sul rapporto che il nuovo Papa ha con la gestione dei conti, e con la necessaria correttezza e trasparenza che deve avere chi  “tratta denari”.
Frà Luca Pacioli approverebbe.
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