Il capitale erotico è un mix indefinibile di bellezza, sex appeal, capacità di presentarsi e doti relazionali.
Chi lo possiede è portato ad avere più amici e amanti, ha più successo nella sfera privata e in quella pubblica, compreso il lavoro.
E’ un termine coniato dalla sociologa Catherine Hakim nel suo celebre libro “Capitale Erotico. Perché il fascino è il segreto del successo” edito in Italia nel 2012 da Mondadori.
Nel libro l’autrice spiega quanto sia determinante il capitale erotico per comprendere i meccanismi relazionali, economici e psicologici della nostra società, ed esorta a coltivarlo e sfruttarlo senza false ipocrisie e imbarazzi.
I TIPI DI CAPITALE
L’autrice sostiene che il capitale erotico sia la quarta risorsa personale che ciascuno di noi possiede a fianco di altri tipi di capitale più conosciuti:
- il capitale economico = la ricchezza finanziaria che si possiede;
- il capitale culturale = il livello di istruzione e la cultura;
- il capitale sociale = la rete di conoscenze e di relazioni che si hanno.
Nelle società e nei periodi in cui le donne hanno avuto un accesso limitato al capitale economico, culturale e sociale è diventato fondamentale per loro sviluppare il capitale erotico.
Ma anche gli uomini hanno iniziato a sentire l’esigenza di sviluppare il proprio capitale erotico. Soprattutto nel passaggio da una società dove le coppie sono decise da genitori e parenti sulla base di ricchezza e relazioni sociali ad una società dell’accoppiamento “self-service”, dove le relazioni non sono più durature.
LE 6 COMPONENTI DEL CAPITALE EROTICO
Pur avendo molte sfaccettature il capitale erotico principalmente è formato da 6 componenti:
- la bellezza è la componente centrale, in quanto la bellezza straordinaria è sempre rara e le viene attribuito un valore universale;
- il richiamo sessuale, che è legato al corpo e alle sue movenze. Da giovani sono parecchi ad averlo ma tende a scemare con l’età;
- non meno importante è la natura sociale del capitale erotico, ovvero la grazia, il fascino, la capacità di interazione sociale e la capacità di fare sentire gli altri a proprio agio;
- poi c’è la vitalità, che è un insieme di forma fisica, energia sociale e buonumore;
- la quinta componente riguarda il modo di presentarsi attraverso il proprio stile;
- la sesta componente è la competenza sessuale, che fa di una persona un partner sessualmente soddisfacente.
IL CAPITALE EROTICO E’ INNATO?
Alcune competenze sono innate, altre invece possono essere apprese e sviluppate, tanto che si può eccedere di molto la dotazione iniziale e accrescere nel tempo (si pensi ad esempio alle geishe).
Ma è pur sempre vero che un ragazzo o una ragazza di umili origini possono essere talmente belli e sessualmente attraenti da fare passare in secondo piano l’abbigliamento sciatto o le maniere poco signorili.
Per questo motivo il capitale erotico è stato finora trascurato dall’élite che detengono gli altri tre capitali. Perché non possono monopolizzarlo, quindi è nel loro interesse sminuirlo o marginalizzarlo. Anche se il capitale erotico si può accrescere attraverso la cura del corpo, gli studi e i bei vestiti, rappresenta comunque un’incognita indipendente dall’estrazione sociale, e può rappresentare un mezzo per una decisa ascesa sociale.
IL DEFICIT SESSUALE MASCHILE
Una delle teorie più interessanti sostenute dall’autrice è quella del deficit sessuale maschile. Da anni le femministe sostengono che il minore desiderio sessuale femminile sia dovuto esclusivamente ad un fattore culturale, e si impegnano per rimuovere questi ostacoli culturali per avere un’effettiva parità, anche sessuale, fra i generi.
L’autrice invece sostiene che l’uomo abbia biologicamente un maggior desiderio sessuale mentre le donne hanno un maggior capitale erotico, probabilmente perché hanno sempre investito più tempo nel proprio aspetto e nel rendersi piacenti.
Le donne quindi sarebbero favorite a livello di attrattive sociali e fisiche, ma il patriarcato ha sempre cercato con ogni mezzo di occultare il capitale erotico femminile e il suo valore sotto una cortina fumogena di disposizioni di ordine morale affinché le donne ne beneficino in misura minore.
Pregiudizi maschilisti e teorie femministe che negano la femminilità ci hanno inculcato l’idea che sfruttare il fascino femminile sia sbagliato. Ma perché le donne non dovrebbero approfittare del proprio vantaggio sfruttandolo legittimamente, si chiede l’autrice? Soprattutto da parte di chi non riesce ad ottenere il meglio dal sistema scolastico.
LA SOPPRESSIONE DEL CAPITALE EROTICO
Tutte le società cercano di incanalare e limitare l’espressione della sessualità.
La sessualità è sovversiva e difficilmente controllabile, per questo il potere erotico è considerato pericoloso, difficilmente inquadrabile, oltre che iniquo.
L’arma più potente ed efficace impiegata dagli uomini è stigmatizzare le donne che vendono servizi sessuali.
La logica soggiacente è che i maschi dovrebbero ottenere gratuitamente dalle femmine ciò che desiderano e le donne dovrebbero fare tutto gratis, volontariamente, per amore.
Nelle culture più sessualizzate, come il Brasile o alcune culture africane, il capitale erotico e la sessualità sono più valorizzati e si ha una maggiore accettazione dello scambio fra denaro e bellezza e sessualità. Invece in Europa il Cristianesimo e il patriarcato hanno lavorato fianco a fianco per marginalizzare la sessualità e svalutare l’erotismo.
I BENEFICI DEL CAPITALE EROTICO
Nel mondo occidentale si dà frequentemente per scontato che qualsiasi beneficio personale derivante da un aspetto attraente debba essere considerato immeritato e ingiusto, soprattutto per le donne.
Gli uomini avvenenti sono più socievoli, mentre le donne avvenenti spesso non lo sono, probabilmente perché sono scoraggiate dal mostrarsi troppo espansive e amichevoli con gli estranei.
Per la scrittrice le attrattive fisiche e sociali sono risorse fondamentali per una persona nel corso della propria vita al pari di intelligenza, istruzione, contatti sociali e denaro. La bellezza e il fascino sono beni preziosi che scarseggiano in tutte le società e rappresentano una merce universale che può diventare una carta di credito accettata ovunque. Anche se non c’è la bellezza in parte si può sopperire con la personalità, le competenze sociali, il fascino e le buone maniere.
Le persone che respingono l’idea che il capitale erotico abbia un valore in genere lamentano che si tratta di un fattore ereditario e in quanto tale non deve essere valorizzato. Ma anche l’intelligenza è in larga misura innata, anche se migliorabile, eppure le si attribuisce un valore universale e una remunerazione.
LA RIVOLUZIONE SESSUALE
Secondo la Hakim la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta ha permesso agli uomini di ottenere tutto il sesso che desiderano da non professioniste.
La rivoluzione sessuale anziché liberare il capitale erotico lo avrebbe svalutato. Invece la capitalizzazione dell’erotismo pareggerebbe i conti fra uomini e donne. E nel mercato dell’economia del sesso che non conosce crisi le donne possono riappropriarsi del potere economico che normalmente viene loro precluso.
Non a caso, aggiungo io, i periodi storici durante i quali si è perseguitata di più la prostituzione sono stati quelli in cui si voleva impedire alle donne di accrescere il proprio capitale economico, relegandole dentro le quattro mura e rendendole dipendenti finanziariamente dai mariti.
IL CAPITALE EROTICO NEL LAVORO
Il capitale erotico acquisisce maggiore importanza nelle società più avanzate nelle quali le competenze sociali interpersonali sono diventate più importanti e sofisticate. Chiunque acquisisca tali competenze possiede un vantaggio strategico fondamentale anche nel mondo del lavoro. Questo perché il capitale erotico rende gli individui più attraenti non solo per il sesso opposto e non solo nelle relazioni sessuali.
Le occupazioni manageriali di livello elevato richiedono competenze sociali raffinatissime. Le persone che occupano queste posizioni spesso non ne sono consapevoli perché le hanno talmente interiorizzate nella loro personalità e nel loro comportamento da essere diventate una seconda natura.
In alcune posizioni lo stile, la capacità di interazione sociale e di gestire i problemi personali e le ansie dei collaboratori sono una componente fondamentale della funzione e delle competenze.
LE MIE CONCLUSIONI
Non c’è dubbio che l’avvenenza, la cortesia, e la capacità di autorappresentarsi in un certo modo siano un plusvalore sul lavoro. Tuttavia l’aspetto esteriore e la bellezza è opportuno che non siano eccessivi, altrimenti potrebbero diventare un ostacolo per un lavoro normale. In questo caso converrebbe sfruttare queste caratteristiche in un lavoro dove sono richieste, come il mondo dello spettacolo.
Il capitale erotico è giusto che venga coltivato e incrementato a patto che non diventi un dovere. Se si percepisce una pressione sociale troppo alta e non c’è più una libertà di scelta può diventare una gabbia anziché un’opportunità. Viceversa penso che non si debba neanche venire stigmatizzati se si decide di dargli poca importanza preferendo coltivare nella propria vita altri tipi di opportunità.
La cura del capitale erotico assorbe tempo, denaro ed energie e questo può andare a discapito dell’incremento del capitale culturale ed economico. Secondo l’autrice valorizzare sé stessi non è mai una perdita di tempo perché il cervello gode e cresce anche attraverso i sensi. Su questo punto ho molte perplessità.
Mi lascia dubbiosa anche la teoria dell’autrice che esista un deficit sessuale maschile biologico che non sia dovuto a fattori culturali. Gli studi e le indagini sessuali che riporta a sostegno della sua tesi non mi sembrano sufficientemente solide. La questione rimane aperta e dibattuta con i movimenti femministi, che tendono a evidenziare le differenze imposte dalla cultura rispetto a quelle biologiche, e su questo mi trovano in accordo.
Ad ogni modo ho apprezzato questo diverso punto di vista. Anche se tutti abbiamo esperienza diretta inconscia di cosa sia il capitale erotico e di come può essere sfruttato, pochi di noi ne hanno una piena consapevolezza libera da condizionamenti e pregiudizi.
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