Viviamo in un periodo storico in cui la terra si è ristretta, le distanze si sono accorciate e viaggiare è alla portata di molte più persone rispetto al passato.
Con l’arrivo delle compagnie low cost i costi degli spostamenti si sono abbassati ed è diventato di moda visitare località esotiche, capitali europee o andare alla scoperta di luoghi che prima venivano guardati solo alla televisione o nelle riviste patinate.
Una frase che ricorre frequentemente in quest’epoca è: “I soldi nei viaggi sono soldi spesi bene”
Ma siamo sicuri?
Ha veramente senso spendere soldi, tempo ed energie nei viaggi?
QUELLO CHE NON CONOSCI NON TI MANCA
I nostri genitori e i nostri nonni non si ponevano il problema.
Viaggiare era difficile e costoso ed era riservato alle persone più motivate e abbienti. Era già molto se potevano permettersi il viaggio di nozze qualche giorno lontano da casa.
Forse c’era un senso di mancanza o di desiderio inespresso quando vedevano le immagini in televisione, ma non conoscevano i lati positivi e negativi del viaggiare e non sapevano se viaggiare faceva al caso loro oppure no.
Con l’arrivo di Internet anche gli abitanti di un’isola sperduta sanno quello che c’è dall’altra parte del mondo. Quando il mondo era sconosciuto non c’era piena consapevolezza del luogo dove si abitava e di quello che poteva o non poteva offrire. La globalizzazione ha cambiato la percezione del mondo e delle sue opportunità.
Ora tutti sanno tutto di tutti e questo comporta un appiattimento e una mancanza di varietà ma soprattutto un senso di insofferenza verso il proprio luogo di origine se non è fra quelli privilegiati. E il viaggio può diventare una fuga.
VIAGGIARE NEL POST PANDEMIA
I prezzi dei voli post pandemia si sono impennati a causa della crescita della domanda.
E’ aumentato il costo del carburante e c’è l’inflazione, ma sono aumentati soprattutto i prezzi in tutto il settore del turismo perché la gente viaggia come se non ci fosse un domani.
Ci vorrà ancora qualche anno ancora prima di avere un assestamento legato all’equilibrio fra offerta e domanda. La domanda scenderà a causa della diminuzione del potere di acquisto delle famiglie e dell’avere in parte soddisfatto la voglia di viaggiare che è esplosa dopo il lockdown.
Nel frattempo, le pagine dei giornali italiani questa estate si sono riempite di notizie legate all’esplosione dei costi dei biglietti in balia degli algoritmi, ai tentativi del Governo di mettere un freno agli aumenti indiscriminati, e agli spostamenti dei flussi turistici in Albania dove sembra che regalino la vacanza. Ne vedremo ancora delle belle prima di arrivare ad un nuovo equilibrio post pandemico.
IL VIAGGIO CON SCOPO EDUCATIVO
“Viaggiare apre la mente, rende più felici e aumenta la creatività”
E’ sufficiente googlare la parola “viaggiare” per trovare una serie di siti che elencano i benefici legati ai viaggi con una serie di luoghi comuni legati all’argomento.
Viaggiare ha dei vantaggi se fatto in modo consapevole. Ma se viaggiare diventa visitare di corsa i luoghi che visitano tutti quando ci vanno tutti, con figli disinteressati a quello che stanno facendo forse qualche domanda bisogna farsela sullo scopo educativo del viaggio.
Personalmente quando mi reco in un luogo lo confronto con l’idea che mi ero fatta in testa. Mi piace avere una mappa mentale completa e più precisa possibile di come è formato il mondo, e in particolare l’Italia, per poter essere una cittadina sempre più consapevole. Ma è così per tutti?
VIAGGIARE PER I SOCIAL O PER LA BANDIERINA
Ormai è diventato di moda viaggiare per mettere la bandierina, per fare le foto sui social e far crepare di invidia gli amici, magari con annessa frase motivazionale.
E così spesso ci rechiamo in luoghi che non ci rappresentano, per accontentare la famiglia, per parlarne al ritorno con i colleghi, per non dare la sensazione di essere degli “sfigati” che non possono permettersi di andarci.
Ci rechiamo in luoghi che probabilmente non hanno senso per noi senza neanche sapere quali sono i luoghi adatti a noi. Spesso non li viviamo appieno perché distratti dai telefoni, dai figli, dai pensieri del lavoro. Basta sapere o dire che si è andati lì. Basta “staccare”, anche senza essere stati presenti a sé stessi fino in fondo.
LA SINDROME DI WANDERLUST
C’è una predisposizione genetica che porta alcune persone a viaggiare compulsivamente senza riuscire a rimanere a lungo in uno stesso posto.
Non sono persone alla quali “piace viaggiare” e “beati loro che se lo possono permettere”. Sono persone con un gene particolare (il DRD4 7r) che le porta ad avere la sindrome di Wanderlust a causa del quale faticano a controllare l’impulso di viaggiare. Probabilmente non traggono neanche tanto piacere dal viaggio, essendo insaziabili di posti nuovi, inoltre se si fermano sentono che stanno male.
La maggior parte delle persone affette da questa sindrome sono geograficamente collocate in aree del mondo in cui storicamente i viaggi sono sempre stati incoraggiati, come se ci fosse un legame fra la spinta esterna e quella interna a viaggiare. E questo confermerebbe la mia tesi.
CON IL METAVERSO NON SERVIRA’ VIAGGIARE
Viaggiare è uno sbattimento. Ogni volta che dobbiamo affrontare qualcosa di scomodo stiamo certi che prima o poi arriverà qualcuno che cercherà di trovare un modo di fare soldi per toglierci questa fatica.
Il Metaverso, o qualcosa di simile, potrà portarci dall’altra parte del mondo restando comodamente seduti sul nostro divano. Non sarà come vedere un documentario ma molto più piacevole e immersivo con immagini, sensazioni e luoghi selezionati per noi dall’algoritmo che conoscerà i nostri gusti meglio di noi stessi.
Ci sarà un catalogo con una selezione di luoghi e tipologie di sensazioni che vorremo provare (relax, divertimento, spiritualità), così come c’è ora per i film e la musica.
Ci fa paura? Dipende. Già adesso preferiamo vedere un film d’amore piuttosto che vivere una relazione con il rischio che qualcuno ci ghosti.
In futuro sarà solo una opzione in più nella nostra vita. Ma statene certi che molte persone si risparmieranno la fatica di viaggiare se potranno “staccare la spina” stando comodamente sedute sul divano spendendo pochi soldi.
TI SEI MAI CHIESTO SE TI PIACE VERAMENTE VIAGGIARE?
Fatte tutte queste considerazioni premetto che io me la sono fatta la domanda e ho capito che a me piace farlo ma non sempre, comunque e a prescindere.
Sembra che si debba dare per scontato che non ci sia limite alla voglia di viaggiare. Gli unici limiti ammessi sono i soldi e il tempo a disposizione. Altrimenti vieni considerato pigro, svogliato, non ti godi la vita e privi i tuoi figli di un’esperienza unica e irripetibile. E magari se dici che non hai voglia di fare la valigia, far perdere giorni di scuola a tuo figlio, recuperare il lavoro lasciato indietro, fare le vaccinazioni o affrontare lunghe ore di volo ti guardano come se fossi un marziano.
Il viaggio è sbattimento e non per tutti vale la pena. Qualcuno inizia a dirlo ad alta voce, e spero che sia di aiuto ad altre persone per riflettere e per scegliere usando la propria testa e il proprio cuore, senza seguire la massa come le pecore.
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