All’inizio c’era Facebook, che confesso di avere snobbato perché mi sembrava il regno del niente. E infatti lo snobbo ancora. Poi ho scoperto Linkedin e me ne sono innamorata. Ora anche Google+ e Twitter. Tutto chiaramente si è amplificato quando ho deciso di aprire un blog.
Nel cercare di farmi un’idea sui come funzionano social e blog, sempre più legati e interconnessi fra di loro, ho capito che:
1) Tanti utilizzano blog e social per la propria professione, soprattutto liberi professionisti che cercano visibilità sul web per promuovere il proprio lavoro. Molti altri però approdano sui social in maniera attiva perché mossi da piacere personale e vanità.
2) Ognuno cerca di confezionare il proprio pacchetto sulla rete, creando il mixsocial/blog che più si addice alla propria personalità e alle modalità con le quali vuole andare su Internet: vita personale o professionale, oppure entrambe, visto che sono sempre più interconnesse tra loro e destinate a convergere.
3) Per entrare nel meccanismo della rete bisogna mettere in conto una buona dose di figuracce. Personalmente l’inesperienza mi ha portato più volte a desiderare di venire cancellata dall’anagrafe. Per capire come funzione il meccanismo bisogna osare molto e mettersi in gioco. Anche quando si parla della propria professione, per coinvolgere e convincere occorre mettere una buona parte di se. Io quelli che aprono un profilo su LinkedIn e poi non mettono la propria foto proprio non li capisco.
4) Spesso l’approccio al web avviene in progressione. Si comincia leggendo quello che scrivono gli altri, senza toccare niente perché non si è ancora capito come funziona e si ha paura a sfiorare qualsiasi tasto. Poi si continua con qualche timido “mi piace, stellina, +1” e, quando si è capito che non si finisce per così poco sulla prima pagina del Corriere della Sera, allora si comincia a condividere e a commentare quello che scrivono gli altri. E piano a piano ci si prende gusto e si comincia a produrre propri contenuti.
5) E’ impressionante constatare quanto il web abbia accorciato le distanze con i personaggi pubblici. Ora puoi twittare con un personaggio della moda, dell’industria e dello spettacolo come se fosse un tuo ex compagno di liceo. Entrare in contatto con persone che hanno uno stato sociale superiore è diventato molto più semplice di una volta, e magari si riesce anche a farsi notare e ricordare.
6) Si sta affermando un nuovo fenomeno di passaggio dal reale e virtuale e viceversa, ovvero persone conosciute sulla rete diventano poi conoscenze anche nella vita reale, o incontri avvenuti nella vita reale approdano nella rete. Si viene così a creare una ragnatela di relazioni con legami più o meno forti, che rappresenta un vero e proprio capitale sociale. Praticamente si abbandona il proprio giardinetto per andare tutti quanti al parco pubblico a giocare o litigare insieme appassionatamente.
7) Per avere risultati in termini di potenziali clienti o relazioni sociali appaganti ci vuole tanta pazienza e costanza. All’inizio si è presi dalla foga di incrementare i propri contatti e si rischia di scivolare nel “an’do cojo cojo”, però a mio avviso è meglio fare selezione sin da subito cercando di capire prima possibile dove si vuole andare a parare nella rete e poi regolarsi di conseguenza. Anche perché con il tempo si acquisisce una “sensibilità social” per cui i personaggi fasulli, i markettari, gli invadenti, i pessimisti cronici si fiutano lontano un chilometro. Se te li metti in casa dopo è più difficile farli uscire dalla porta dei tuoi contatti.
Dopo aver fatto queste considerazioni, la mia domanda è: ha senso impiegare parte del proprio tempo libero per la rete?
A mio avviso la risposta è sì. Anche se a volte ci si sente in colpa perché si trascurano altri aspetti della propria vita o del proprio lavoro, o ci si domanda se ha senso perdere delle ore di sonno per il proprio blog, penso che tenere un diario su un argomento che ci interessa e ci appassiona, o in generale creare contenuti per il web, aiuta a fare chiarezza dentro se stessi, perché quando si scrive si mettono in fila i propri pensieri e si sedimentano le proprie conoscenze. E poi si possono conoscere persone interessanti, anime simili che ci attraggono perché viene naturale interagire con chi sentiamo affine a noi.
In un ottica di evoluzione del mondo, dei rapporti e delle professioni, credo in futuro tutti quanti avremo un’unica identità personale e professionale, dentro e fuori dal web, sulla quale verremo valutati. Meglio attrezzarsi per tempo ai cambiamenti e curare la propria presenza sulla rete, che rappresenta comunque un valore aggiunto e un arricchimento per la propria professione e per la propria vita sociale.
A patto di non diventarne moderni schiavi.
Forse ti può interessare anche: