Se invece per etica si intende un’abitudine all’eccellenzacome viene intesa oggi in senso più moderno, probabilmente no. Sostenibilità, attenzione all’ambiente, ricerca della bellezza e della funzionalità, relazioni appaganti con i dipendenti sono tutti elementi che hanno un costo finanziario, tangibile, di cassa, dato dalle spese da sostenere per essere a norma, per pagare stipendi maggiorati, per la ricerca di materiali non inquinanti, ma che nel lungo periodo possono tradursi in un vantaggio competitivo impagabile.Bella domanda. Se intendiamo l’etica come si intendeva una volta, come una patina di buonismo per cattolici praticanti in contrapposizione al profitto e al denaro inteso come sterco del diavolo probabilmente sì.
Proprio lo stesso giorno avevo letto un articolo sul Corriere della Sera sul boom di profitti per “l’imprenditore più altruista del mondo”, ovvero un giovane imprenditore americano che ha deciso 6 mesi fa di portare il salario minimo dei suoi dipendenti a 70 mila dollari (tagliando il proprio compenso), e nel giro di poco tempo ha riscontrato un raddoppio di vendite e profitti.