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Cum Grano Salis

Riflessioni di una Contabile su temi Economici e Finanziari di MONICA VITALI

PERCHE’ IL BILANCIO INPS E’ IN PERDITA

Ti spiego perché il bilancio dell'INPS è in perdita

 

Come funziona il bilancio dell’INPS? E perché l’INPS è sempre in perdita?

Me lo ha chiesto un ascoltatore durante una puntata della rubrica “Facciamo economia” che tengo ogni giovedì sera su Radio Radiosa TV.

Sentiamo spesso dire che il bilancio dell’INSP è in deficit, che gli immigrati servono a pagarci le pensioni, che se non nascono più figli avremo più pensionati che lavoratori.

Ma è vero? Vediamolo insieme.

 

DIFFERENZA FRA PREVIDENZA E ASSISTENZA

Innanzitutto quando si parla di bilancio INPS la prima cosa importante da sapere è che l’INPS fornisce due tipi di prestazioni molto diverse fra di loro: la previdenza e l’assistenza.

Le prestazioni previdenziali sono quelle nei confronti dei lavoratori e dei loro famigliari per malattia, disoccupazione, maternità, invalidità (assegno) e pensione. Queste prestazioni sono pagate dagli stessi lavoratori attraverso i contributi che versano durante la loro attività lavorativa.

Allo stesso tempo l’INPS fornisce anche prestazioni assistenziali ai cittadini che si trovano in difficoltà e non possono sostenersi autonomamente perché sono disabili, malati o bisognosi in generale. Le principali prestazioni riguardano l’assegno sociale, la pensione di invalidità civile, l’accompagnamento Legge 104, la pensione di inabilità e il Reddito di Cittadinanza. Le prestazioni assistenziali sono finanziate dallo Stato attraverso le imposte e tasse.

La distinzione fra i due tipi di prestazioni è importante per avere una maggiore chiarezza sulla situazione economica e finanziaria dell’INPS. Invece i due concetti spesso confusi e mescolati, sia nelle disposizioni di legge, sia nei media e nel linguaggio comune quando si parla indistintamente di “pensioni”. Sarebbe opportuno invece fare un’analisi approfondita di tutte le prestazioni e iniziare compiere una drastica separazione che aiuterebbe ad individuare eventuali squilibri ed inefficienze.

 

SEPARARE LA PREVIDENZA DALL’ASSISTENZA

Sono anni che si discute sull’opportunità o meno di dividere le prestazioni previdenziali da quelle assistenziali all’interno del bilancio dell’INPS.

Quando vengono comunicati i dati agli organismi internazionali l’Italia comprende nella voce della previdenza alcune spese che fanno capo alla protezione sociale, a differenza di altri Paesi ai quali veniamo paragonati che escludono tali spese e in questo modo risultano più virtuosi di noi.

Anche i sindacati reclamano a gran voce la separazione fra previdenza (data in gran parte dalle pensioni) e assistenza, per tutelare maggiormente i lavoratori ed evitare che le risorse desinate alla previdenza e finanziate con i contributi dei lavoratori siano dirottate verso prestazioni assistenziali.

Separare la previdenza (che indice per l’80%) dall’assistenza (che incide per il 20%) servirebbe a fare chiarezza sulle diverse voci che compongono la spesa pensionistica e sarebbe una prova di equità verso chi ha versato contributi e chi no.

L’INPS però sostiene all’interno del proprio “Rapporto Annuale sul Bilancio che sarebbe più opportuno fare una distinzione della spesa sociale per “funzioni/rischi tutelati” anziché per fonte di finanziamento, e che comunque c’è comparabilità fra le statistiche dei paesi europei benché non esista un criterio univoco di classificazione a livello internazionale. Inoltre tracciare una linea di confine fra i concetti di previdenza e assistenza è sempre più difficile a causa dell’evolversi della legislazione del settore.

Guarda la puntata su Youtube

LE DIVERSE GESTIONI NEL BILANCIO INPS

La seconda cosa importante da sapere quando si parla di bilancio dell’INPS è che al proprio interno il bilancio è suddiviso in una quarantina di fondi e gestioni con una propria autonomia economica e patrimoniale.

Le gestioni fanno riferimento a determinate categorie di lavoratori. Alcune sono molto specifiche, come il Fondo previdenza dei gasisti, quello dei minatori, degli spedizionieri doganali o del personale di volo. Altre invece sono molto più generiche.

Spesso si tratta di fondi che inizialmente erano indipendenti ma che col tempo sono stati incorporati all’interno dell’INPS per mancanza di sostenibilità economico-finanziaria dovuta ad una normativa che garantiva maggiori privilegi.

Complessivamente le gestioni fanno riferimento principalmente a 4 tipologie di associati:

1) i lavoratori dipendenti del settore privato che fanno riferimento al Fondo pensione dei lavoratori dipendenti (Fpld);
2) i lavoratori dipendenti del settore pubblico, che fanno riferimento alla Gestione ex INPDAD;
3) i lavoratori autonomi, cioè i commercianti, artigiani e coltivatori diretti, che fanno riferimento alle gestioni speciali;
4) i liberi professionisti senza cassa professionale di riferimento e parasubordinati, che fanno riferimento alla gestione separata.

 

COME FUNZIONANO LE COMPENSAZIONIPensione

Alcune di queste gestioni sono in attivo mentre altre versano in condizioni di pesante squilibrio. Nel 2022 sono state 3 le principali gestioni con un saldo positivo: il fondo pensione dei lavoratori dipendenti, la gestione dei lavoratori dello spettacolo e la gestione separata dei parasubordinati.

Tra le gestioni che presentano il maggiore disavanzo c’è quella imputabile ai dipendenti pubblici, ai commerciati, agli artigiani e ai lavoratori del settore agricolo.

Poiché il sistema è solidaristico l’apporto delle gestioni attive consente di contenere dal punto di vista finanziario il disavanzo di quelle passive. In parole povere è come se le gestioni si prestassero i soldi fra di loro, senza che questo comprometta gli avanzi economici delle gestioni in attivo e i diritti dei relativi lavoratori.

In linea teorica non sarebbe prevista la possibilità di compensazioni ma si dovrebbero intraprendere azioni correttive riferite alle singole gestioni in squilibrio finanziario. La compensazione fra surplus e deficit avviene nel momento in cui le gestioni confluiscono nel bilancio unico per la determinazione del risultato economico globale.

 

L’INTERVENTO DELLO STATO NEL BILANCIO INPS

Se dal punto di vista finanziario i risultati positivi delle gestioni sono insufficienti a coprire le gestioni in passivo interviene lo Stato attraverso le anticipazioni. Le anticipazioni sono un prestito che lo Stato fa all’INPS ma che difficilmente verrà rimborsato in quanto è lo stesso Stato che ha fissato in passato le regole per l’erogazione delle pensioni che beneficiavano di leggi più favorevoli di quelle attuali.

In sostanza lo Stato garantisce la copertura delle prestazioni con due tipi di finanziamenti:

  • i trasferimenti a titolo definitivo per coprire le prestazioni assistenziali che non si finanziano tramite i contributi;
  • le anticipazioni di bilancio (che per l’INPS rappresentano un prestito da restituire) per le prestazioni previdenziali, quando i contributi versati dai lavoratori sono insufficienti.

 

PERCHE’ ALCUNE GESTIONI SONO IN PASSIVO

Lo squilibrio strutturale delle gestioni previdenziali in passivo è il principale responsabile del deficit di bilancio dell’Istituto.

Il passivo si è generato negli anni per l’inadeguatezza dei versamenti contributivi degli iscritti nel coprire interamente le prestazioni pensionistiche di alcune gestioni.

Il motivo lo possiamo vedere con il recente assorbimento del fondo di previdenza dei giornalisti INPGI, confluito nel 2022 all’interno dell’INPS a causa dei gravi disavanzi generati. Il calcolo delle pensioni di tale fondo è sempre stato più favorevole rispetto ad altre categorie di lavoratori a parità di retribuzioni e il passaggio al metodo contributivo è avvenuto solo nel 2017. Aver istituito con notevole ritardo questa modalità di conteggio comporta che la maggior parte delle pensioni sono mediamente molto più alte della media nazionale ma senza copertura diretta da parte dei relativi contribuenti.

In sostanza i giornalisti hanno beneficiato della determinazione del trattamento pensionistico con un calcolo molto più favorevole rispetto agli altri dipendenti pubblici e privati. Nel momento in cui questa situazione non era più gestibile è intervenuto lo Stato accollandosi la parte relativa “ai contributi mancanti”, pagati con le tasse di tutti gli altri cittadini che però non hanno avuto lo stesso trattamento.

Pensione bilancio INPS

CHE COS’E IL METODO CONTRIBUTIVO

Per porre un freno allo squilibrio di alcune gestioni negli anni sono state fatte diverse riforme che stanno portando ad una condizione di maggiore stabilità.

Quella più importante è stata il passaggio al metodo contributivo avvenuto il 1 gennaio del 1996.

Con il metodo contributivo ogni lavoratore deve pagarsi la propria pensione attraverso i contributi accantonati. Nel metodo retributivo invece la pensione veniva determinata prendendo come riferimento lo stipendio percepito negli ultimi anni di lavoro, che mediamente era più alto rispetto ai precedenti.

Attualmente vige un sistema misto che andrà avanti fino a quando tutti i pensionati si troveranno ad avere maturato i contributi con il metodo contributivo. A quel punto ciascuno potrà finanziarsi la propria pensione, ma nel frattempo sarà sempre necessario l’intervento dello Stato per sanare gli squilibri finanziari.

 

DOVE SONO I MIEI SOLDI ACCANTONATI?

Ma perché se un lavoratore va in pensione totalmente col sistema contributivo ha bisogno di giovani e immigrati per coprire la propria pensione? Non bastano i propri contributi?

Per comprendere meglio il meccanismo faccio l’esempio del mio caso, lavoratrice totalmente nel contributivo nel settore privato. Nel bilancio dell’INPS è registrato un debito nei miei confronti che andrà a crescere man mano che continuerà a versare i miei contributi e inizierà a diminuire quando mi verrà erogata la pensione.

Ma quei soldi non sono depositati nel conto corrente dell’INPS senza essere toccati in attesa che io raggiunga l’età della pensione, perché nel frattempo l’INPS li utilizzata per pagare chi è andato in pensione prima di me.

Poiché il sistema retributivo precedente si basava sulla solidarietà fra generazioni il meccanismo ha funzionato senza troppi problemi fino agli anni 70 quando è iniziato il declino demografico. A quel punto è iniziata la difficoltà a finanziare le prestazioni dei pensionati perché i contributi versati dalle generazioni successive sono diminuiti facendo emergere l’inefficienza di un sistema che sostanzialmente funzionava come lo Schema Ponzi.

Qui un approfondimento su COME CONTROLLARE L’EQUILIBRIO FINANZIARIO

PERCHE’ SONO STATE ASSORBITE LE GESTIONI IN PASSIVO

Negli anni passati alcune gestioni previdenziali e assistenziali sono state assorbite dall’INPS per garantire un sistema un livello di protezione sociale adeguato a tutti i cittadini, ma anche per semplificare e razionalizzare il sistema di previdenza e assistenza.

In particolare, l’assorbimento di alcune gestioni da parte dell’INPS è avvenuto per:

  1. Eliminare la frammentazione del sistema: prima della riforma, esistevano molte gestioni previdenziali e assistenziali separate, con regole diverse che rendevano il sistema poco trasparente e difficile da capire per i cittadini.
  2. Razionalizzare la gestione: l’assorbimento di alcune gestioni ha permesso di eliminare duplicazioni e sovrapposizioni, semplificando la gestione e riducendo i costi.
  3. Garantire maggiore protezione sociale: l’assorbimento di alcune gestioni da parte dell’INPS ha permesso di estendere la protezione sociale ai lavoratori che non erano sufficientemente coperti dal sistema previdenziale e assistenziale, come i lavoratori autonomi.
  4. Favorire la digitalizzazione dei servizi: l’assorbimento di alcune gestioni ha permesso di creare un sistema più integrato e digitalizzato, ma anche più semplice e veloce.

Tuttavia l’assorbimento delle gestioni scarica sulle tasche dei cittadini il trattamento di maggior favore di cui hanno goduto in passato alcune categorie di contribuenti, a scapito principalmente delle generazioni future che anno dopo anno subiscono l’introduzione di norme sempre più rigide e meno generose al fine di garantire la tenuta del sistema nel lungo periodo.

 

ALTRI MOTIVI PER CUI IL BILANCIO INPS E’ IN ROSSO

Oltre al deficit generato per i meccanismi di calcolo che non mettevano in relazione i contributi versati con le pensioni percepite ci sono altri motivi per cui il bilancio dell’INPS è in deficit.

Uno di questi è l’evasione contributiva. Se da una parte l’INPS è tenuto per legge ad erogare le proprie prestazioni e non può sottrarsi al pagamento, dall’altra molte aziende e lavoratori non pagano le tasse e i contributi previdenziali dovuti.

Anche l’invecchiamento della popolazione porta ad un aumento delle spese previdenziali, soprattutto se il calcolo iniziale della pensione era stato fatto su un’aspettativa di vita inferiore a quella attuale.

Infine la diminuzione della natalità abbiamo visto che genera tensioni di cassa perché il metodo retributivo si basava sui versamenti delle generazioni successive. Purtroppo siamo ancora in una fase di transizione perché l’85% delle pensioni attualmente in essere è calcolato con il metodo retributivo puro. La principale riforma pensionistica del 1995 che ha introdotto il metodo contributivo si riflette ancora in misura parziale nei conti annuali della previdenza ma quando diventerà il metodo di calcolo prevalente tendenzialmente il sistema dovrebbe sostenersi da solo.

 

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