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Cum Grano Salis

Riflessioni di una Contabile su temi Economici e Finanziari di MONICA VITALI

PERCHE’ GLI HATERS MUOVONO L’ECONOMIA

Perché gli haters muovono l'economia

 

“Molti nemici molto onore” diceva il condottiero tedesco Georg von Frundsberg più di 500 anni fa.

Nell’era dei social questa frase ha ripreso un insospettabile vigore creando le basi di un vero e proprio sistema economico.

 

PURCHE’ SE NE PARLI

Con l’arrivo di internet e dei social la visibilità è diventata un capitale.

Le aziende devono raggiungere i propri clienti tramite i nuovi mezzi di comunicazione e gli investitori pubblicitari prima di acquistare spazi vogliono vedere views e click.

Gli influencer hanno inventato un lavoro che si basa su follower, like e condivisioni.

Artisti, modelle e lavoratori dello spettacolo vengono valutati sulla base del seguito che riescono ad ottenere sui social.

In questo rumore di fondo gli argomenti che vanno per la maggiore, che attirano più visibilità e condivisioni sono quelli divisivi.

Ed è qui che entrano in campo gli haters.

 

GLI HATERS AUMENTANO CON LA VISIBILITA’

Più sali in alto nella scala della visibilità più attiri commenti di persone che vogliono sfogare su di te la propria frustrazione.

Persone che si sentono protette dall’anonimato e dall’illusione dell’impunità e che trovano una valvola di sfogo nell’offendere e insultare chi ha avuto successo o chi non la pensa come loro.

La cosa assurda è che se la prendono anche con disabili, bambini o persone sfortunate che hanno preso in mano la propria vita cercando di cambiarla, magari trasformando uno svantaggio in un motivo di successo. Gli haters si sentono in diritto di criticare tutto e tutti.

 

HATERS VERSO COMMUNITY

Quando una persona con un minimo di seguito viene attaccata sui social si scatena una reazione uguale e opposta da parte della community, ovvero di coloro che seguono la persona e che le sono affezionati.

Paradossalmente gli haters finiscono per provocare l’effetto opposto a quel disturbo che vorrebbero dare, perché incrementano la visibilità.

Questo meccanismo spesso viene creato artificialmente e sfruttato per creare hype.

Se la persona attaccata è in grado di reggere l’onda emotiva della negatività viene ricompensata da un aumento delle persone che si schierano in sua difesa, incrementando il proprio “capitale social”.

  

GLI HATERS AIZZATI

E’ talmente redditizio questo meccanismo che ci sono organizzazioni che gestiscono gruppi facebook, troll, bot o addirittura che pagano utenti reali per andare a mettere commenti negativi sotto i post di altri.

Queste organizzazioni sono in grado di muovere decine e decine di persone che attirano visibilità, click, like.

In questo modo possono incrementare la vendita di prodotti o di spazi pubblicitari, ma possono anche influenzare la reputazione di una persona o indirizzare il consenso politico.

Capita frequentemente che sono gli stessi influencer o gli stessi personaggi politici che per risollevare le views in calo o per distogliere l’attenzione da argomenti spinosi pubblicano sapientemente un contenuto su un tema che attirerà gli haters come le mosche sul miele.

Altri cavalcano l’onda dei detrattori prendendoli pubblicamente per i fondelli o sottoponendoli al pubblico ludibrio in modo da ribaltare su di loro l’odio dei propri sostenitori, in un “gioco” che può sfuggire di mano e diventare molto pericoloso.

 

COME IMPATTANO GLI HATERS SUL BILANCIO?

Escludendo chi crea bot, troll e falsi account e li vende come “prodotto”, normalmente gli haters possono aver un impatto positivo o negativo sul bilancio di un’azienda o di un libero professionista a seconda delle circostanze.

Dal punto di vista del conto economico gli haters incidono sul fatturato, in positivo o in negativo in base al fatto che si sia in grado di gestirli o meno.

Nel secondo caso l’impatto può riguardare anche le spese legali se ci fosse la necessità di intentare una causa contro qualcuno, eventualmente accantonando anche un fondo rischi.

Ma l’impatto più significativo penso sia quello sull’avviamento, ovvero sul valore del brand che qualcuno è riuscito a costruire malgrado o soprattutto grazie ad una quantità smisurata di “odiatori” che non hanno fatto altro che aumentarne la visibilità.

 

LA REGOLAMENTAZIONE DELLA RETE

Pur nel rispetto della libertà di espressione e di pensiero non è corretto che gli haters possano prendersi la libertà di distruggere la vita e la reputazione di altre persone.

Gli haters anche se sono pochi possono essere molto rumorosi e spesso chi finisce in mezzo ad una shitstorm (letteralmente “tempesta di cacca”) non è in grado o non è interessato a rigirare la situazione a proprio vantaggio.

Sarebbero necessarie delle regole ben precise e un maggiore intervento da parte della polizia postale. E ci vorrebbe anche una presa di coscienza da parte della politica che spesso è la prima che cavalca questi meccanismi invece di fare in modo di arginarli.

 

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