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Cum Grano Salis

Riflessioni di una Contabile su temi Economici e Finanziari di MONICA VITALI

IL MARKETING DEI SENZATETTO

Il marketing dei senzatetto
Lunedì 21 giugno 2016, Stazione Centrale di Cesena, 9 del mattino. Sto aspettando il treno per andare a Bologna ad una riunione di lavoro. Nella sala di attesa ci sono 15/20 persone. Nelle sedie di fronte noto una persona che mi colpisce perché è particolarmente obesa, tanto da fare fatica a stare nella minuscola sedia della sala di aspetto. Dopo 5 minuti vedo che questa persona si alza e inizia la sua filippica:

 

“Buongiorno, mi voglio presentare: sono una persona che vive senza fissa dimora,  dormo nelle panchine delle stazioni. Ieri sera ho dormito alla stazione di Rimini sotto il temporale e mi sono bagnato completamente, tanto che ho dovuto tirare fuori la coperta che erano due mesi che non usavo. Volevo dirvi che anche noi senza tetto siamo persone come gli altri, anche io ho i miei interessi, ieri sera ad esempio ero in piazza a Viserba alla festa di paese ad ascoltare un concerto. Mi piace fare le cose che fate voi, solo che di notte non ho un posto dove andare a dormire e vi assicuro che non è una cosa facile. Vi chiedo soltanto alla sera prima di andare a dormire di dire una preghiera per noi, perché nel 2016 non è giusto che ci siano ancora persone in queste condizioni.”

 

Lo osservo e noto che ha uno sguardo fiero mentre nella sala d’aspetto la maggior parte dei presenti nasconde il proprio sguardo su tablet, cellulari o riviste. Lo guardo fisso negli occhi e vedo che dopo il suo discorso si siede e la persona seduta a fianco a lui gli allunga 5 euro. Lui si alza di nuovo in piedi, sorride e ringrazia dicendo che non aveva il coraggio di chiedere direttamente dei soldi. A quel punto io apro il portafoglio e gli allungo 10 euro. Lui li prende e mi guarda come se avesse visto la Madonna. Un altro signore gli dà qualche spiccio dopodiché lui saluta ed esce. Dopo 5 minuti esco anch’io e vedo che un’altra signora gli allunga 5 euro.

 

Perché ne parlo? Perché mi ha colpito per il suo atteggiamento fiero. Non è sporco, non puzza (poi ho scoperto che si lava alla Caritas), porta i suoi effetti personali in un borsone sportivo e sembra una persona normale. E a differenza dei suoi “competitor” non fa leva sul pietismo ma sulla DIGNITA’, che cerca di salvaguardare in tutti i modi.

 

Tempo fa ero molto più intransigente, non davo un euro a nessuno, pensavo “Va a lavorare!”, ma ora so che può succedere anche ad un volenteroso di trovarsi in quelle condizionie di fare fatica a risollevarsi. Magari era solo furbo, però ci sapeva fare e l’ho premiato. Ho fatto i conti: in venti minuti ha tirato su 22 euro esentasse. Non  male per un senzatetto. Di questi tempi è da fare invidia a un laureato.

 

Poi ho pensato al senegalese che sosta davanti al Conad di Cesena, che all’uscita del supermercato mi porta la spesa in auto e mi aiuta a caricarla, al quale lascio volentieri l’euro del carrello (e gli regalo anche un panettone a Natale), e ad un altro senegalese che si posiziona abitualmente davanti ad un supermercato che non ha carrelli a pagamento,  che non si sposta di un centimetro dalla colonna alla quale rimane appoggiato, a cui non ho mai dato un centesimo, suggerendogli però di stanziare davanti ad un negozio con carrelli a pagamento.

 

Perché oggigiorno a mio parere anche per chiedere l’elemosina ci vuole inventiva, spirito di sacrificio e una buona strategia di marketing.

 

Con la competizione che c’è anche la beneficienza bisogna meritarsela.
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